Anche UilP Piemonte aderisce allo sciopero del 29 novembre a Torino

Anche UIL Pensionati Piemonte scende in piazza e aderisce allo sciopero generale organizzato dalle segreterie nazionali UIL e CGIL il 29 novembre a Torino per dire no alla manovra di bilancio.

Alle ore 9, partirà da piazza XVIII Dicembre il corteo organizzato da Uil e Cgil per opporsi alle politiche di austerità che stanno aggravando le condizioni di vita di lavoratori e pensionati. Il percorso, che si concluderà in piazza Castello, vuole portare all’attenzione pubblica una lunga lista di criticità che affliggono il Paese.

Tra i temi principali, spicca la perdita del potere d’acquisto, dovuta a un’inflazione che non è causata solo dai costi energetici ma anche da speculazioni sui profitti. Questa situazione colpisce duramente sia i lavoratori che i pensionati, aggravata da una rivalutazione delle pensioni del tutto insufficiente. Emblematica è la cifra dell’aumento delle minime: appena 3 euro al mese, una cifra definita beffarda dai promotori della manifestazione.

Sul fronte del lavoro, la precarietà è in costante crescita, insieme al lavoro nero e sommerso, che minano le fondamenta di una società equa e sicura. A peggiorare la situazione, i tagli ai servizi pubblici, che riducono le tutele per i cittadini, e i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, che riescono a coprire solo un terzo dell’inflazione, lasciando i lavoratori sempre più in difficoltà.

Il fisco, inoltre, è uno dei punti più critici: il tanto sbandierato taglio del cuneo fiscale, sottolineano i manifestanti, viene di fatto finanziato dagli stessi lavoratori attraverso il maggiore gettito Irpef. Politiche fiscali che premiano gli evasori, grazie a condoni e concordati, riducono ulteriormente la progressività del sistema, aumentando il peso per chi già contribuisce regolarmente.

A tutto questo si aggiunge l’assenza di misure incisive su temi strategici: nessun intervento sugli extraprofitti delle grandi aziende, un peggioramento della Legge Monti/Fornero, che continua ad applicarsi alla quasi totalità dei lavoratori, e una generale mancanza di una visione a lungo termine per l’industria italiana. I ritardi nell’attuazione del PNRR e l’assenza di una strategia specifica per il Mezzogiorno sono solo alcune delle lacune evidenziate.

Infine, il corteo punta il dito contro il recente Disegno di Legge Sicurezza, percepito come un vero e proprio attacco alla libertà di manifestare il dissenso, un principio fondamentale di ogni democrazia.

La manifestazione si preannuncia partecipata e determinata a far sentire la voce di chi chiede un cambio di rotta, non solo contro l’austerità, ma per un Paese più giusto, equo e solidale.

Le nostre richieste per un futuro più giusto

Chiediamo con forza al sistema delle imprese e al governo interventi concreti per migliorare la qualità della vita e garantire diritti fondamentali. La priorità è una piena rivalutazione delle pensioni, accompagnata da un rafforzamento e un’estensione della quattordicesima per sostenere chi è maggiormente in difficoltà.

Serve una riforma delle pensioni che superi definitivamente i limiti della Legge Monti/Fornero, rendendo il sistema più equo e sostenibile per tutti i lavoratori.

È fondamentale reperire risorse dove realmente sono, tassando in modo adeguato gli extraprofitti, le grandi ricchezze, le rendite finanziarie e combattendo con decisione l’evasione fiscale e contributiva.

Richiediamo un finanziamento straordinario per la sanità pubblica, i servizi sociali, il sostegno alla non autosufficienza, l’istruzione e la ricerca. Solo così si può garantire un accesso universale e di qualità a questi settori cruciali.

Sul fronte del lavoro, è necessario il rinnovo dei contratti collettivi nazionali (CCNL), sia nel pubblico che nel privato, per restituire potere d’acquisto ai lavoratori. A questo va aggiunta la detassazione degli aumenti salariali, per garantire benefici reali.

La nostra visione include una politica industriale per i settori manifatturieri e i servizi, che preveda investimenti per difendere i posti di lavoro, creare nuove opportunità occupazionali e promuovere uno sviluppo sostenibile. Questo obiettivo deve includere anche misure per il blocco dei licenziamenti.

La tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere una priorità assoluta, così come il contrasto alla precarietà, attraverso una revisione profonda della legislazione sul lavoro.

Infine, ribadiamo la nostra ferma opposizione al Disegno di Legge Sicurezza, chiedendone il ritiro immediato. È essenziale rispettare e proteggere le libertà garantite dalla Costituzione, incluso il diritto di manifestare il dissenso.

Solo con interventi decisi e una visione chiara si potrà costruire una società più equa, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti.