Le segreterie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl, Uilp-Uil ritengono urgente e prioritario un confronto con la Regione Piemonte che, partendo dal nuovo Piano Sanitario Regionale, favorisca un cambiamento strutturale del sistema di cura e accudimento degli anziani non autosufficienti, in particolare per quanto riguarda l’assistenza residenziale.
La richiesta arriva dopo un’attenta analisi delle attuali condizioni delle RSA, che spesso si configurano come semplici luoghi di custodia, piuttosto che ambienti di reale cura e assistenza. “Della cura abbiamo un’idea più alta – dichiarano le organizzazioni sindacali – e questa idea appartiene anche a chi vive nelle strutture e alle loro famiglie, che affrontano costi elevati per un’assistenza spesso insufficiente”.
Le segreterie dei Pensionati dei Sindacati Confederali evidenziano quattro priorità per un intervento immediato:
- Riformare il sistema di accreditamento delle RSA, garantendo standard elevati di efficienza, igiene e assistenza sanitaria.
- Rivedere il sistema organizzativo di assistenza per migliorare concretamente la qualità del servizio offerto agli ospiti.
- Assicurare gli aumenti contrattuali concordati per il personale, per migliorare le condizioni lavorative e la qualità dell’assistenza.
- Evitare che gli aumenti tariffari ricadano sulle famiglie, già gravate da difficoltà economiche, garantendo nel contempo un numero più elevato di convenzioni.

CHI DEVE PAGARE?
La questione economica è centrale. Attualmente, il costo della permanenza in una RSA in Piemonte varia tra i 2.500 e gli oltre 3.500 euro al mese solo per un posto letto, una spesa insostenibile per molte famiglie. Secondo i sindacati, il Governo e la Regione devono destinare maggiori risorse per garantire un modello assistenziale più equo. Esprimiamo gravissima preoccupazione per quanto contenuto in un emendamento (votato a maggioranza) nella Commissione Parlamentare che dovrebbe essere inserito nel DDL sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Se confermato, permetterebbe la riduzione della copertura dei costi oggi a carico del Servizio Sanitario Nazionale per “i trattamenti estensivi di cura e recupero funzionale a persone non autosufficienti”, incrementando così la quota di rette e tariffe a carico dei pazienti. Ne chiediamo il ritiro!

UNA BATTAGLIA DI CIVILTÀ COMUNE NON PIÙ RINVIABILE
Degli esiti di questi confronti terremo informate le nostre strutture territoriali, assumendo le iniziative sindacali necessarie a sostenere la nostra posizione per tutelare e garantire il diritto all’assistenza delle persone anziane e non autosufficienti, ospiti delle RSA piemontesi. Rilanciamo l’impegno che avevamo preso con l’appello “Tuteliamoglianziani” promosso durante la pandemia, sottoscritto da centinaia e centinaia di cittadini, associazioni e Comuni. Con quell’appello chiedevamo una modifica radicale del modello delle Rsa: da luogo istituzionalizzato di mera custodia a luogo di cura che permetta progetti di vita, combattendo la spersonalizzazione e garantendo spazi di autonomia e socializzazione. Occorrono risorse, impegno e serietà da parte delle istituzioni: gli anziani non sono un ingombrante scarto, ma i nostri familiari che con fatica hanno costruito questo mondo.